Gli aerei d'oro precolombiani sono
una collezione di monili in oro di circa 2–5 cm di lunghezza, ritrovati
un una tomba della civiltà percolombiana Quimbaya, e datati ca. al 1000 d.C. La maggior parte di tali
reperti è conservata al Museo
dell'Oro di Bogotà, presso la Banca
Nazionale della Colombia, al British
Museum di Londra, e allo Smithsonian
Institute di Washington.
Vengono
definite dagli archeologi “Colganti Zoomorfi” vale a dire “composizioni aventi
forma animale” o identificate con stilizzazioni di insetti, pappagalli o pesci.
Tuttavia, l'aspetto di alcuni di
questi monili ricorda innegabilmente la forma degli aerei moderni e per questo motivo sono
considerati da alcuni come OOPART,
termine che deriva dall'acronimo inglese Out Of Place ARTifacts (reperti
o manufatti fuori posto), cioè oggetti estranei al loro contesto di origine.
A comprova di questa tesi, nel
1994 tre tedeschi, Eenboom, Belting e Lübbers, decisero di creare un modello in
scala del "velivolo" per sperimentare con le sue capacità di volo. Il modello in scala fu battezzato
"Goldflyer I". L'aereo ebbe
un percorso di volo stabile ed era in grado di fare atterraggi precisi e
confortevoli.
Anche
gli spagnoli Romàn Molla, Justo Miranda e Paula Mercado ricostruirono modelli
in scala di questi piccoli monili, e sottoponendoli alla galleria del vento ed
a programmi di simulazioni di volo, confermando che le miniature erano
perfettamente aerodinamiche ed adatte al volo.
Ma se i monili fossero davvero
riproduzioni di aerei, come potevano essere presenti in un’antica tomba
precolombiana?
Un riferimento ad antichi aerei è rintracciabile nei miti degli
Hopi, un popolo amerindo che vice in Arizona (USA), che racconta dei “Patuwvotas”,
ovvero scudi volanti.
Secondo la mitologia Hopi,
dopo che un diluvio (vi ricorda
qualcosa?) pose fine alla terza era dell’umanità: “I sopravvissuti alla
seconda purificazione uscirono in superficie e diedero vita al terzo mondo. L’
umanità ebbe un’altra possibilità. Seguendo la parola del Grande Spirito, gli
uomini si moltiplicarono sino a formare una complessa civiltà che edificò
grandi città e sviluppò una scienza complessa, ma utilizzata a fini bellici in
una guerra di sopraffazione. Con i loro velivoli, chiamati “Patuwvotas”, gli
uomini superavano grandi distanze e aggredivano i nemici. L’ umanità aveva di
nuovo abbandonato la via della pace. Allora il Grande Spirito volle punire gli
uomini e diede ordine alla Donna Ragno di metter in salvo i più meritevoli su
imbarcazioni impermeabili. Sulla terra si riversarono giganteschi marosi e le
città ed i continenti sprofondarono nel mare. Fu così che la terza umanità fu
annientata da un diluvio”.
Ma
gli aerei sono presenti anche nell’antica India: nella cultura indù il termine vimāna indica un oggetto volante. I
vimana sono descritti nei Veda, un'antichissima raccolta in sanscrito di testi sacri dei
popoli Arii che invasero intorno al XX secolo a.C. l'India settentrionale.
Nei Veda si menzionano diversi tipi di Vimāna, con diverse forme e dimensioni,
in grado sia di volare nell'aria, nello spazio e di immergersi sott'acqua.
L uomo era arrivato molto in là con la tecnologia,la Bibbia stessa dice che c era un unica civiltà evoluta su tutta la terra e che fu spazzata via dal diluvio.
RispondiEliminaReperti in tal senso stanno emergendo con le ultime scoperte nella grande piramide e in molti altri siti.
la storia ufficiale andrebbe approfondita infatti!
RispondiElimina